Download audio
Download PDF
Il rumore di due corpi che si muovono uno contro l’altro. Il respiro affannato, i gemiti di una ragazza. Una stanza dalle pareti in legno e l’obiettivo nero di una videocamera che filma. Il suono di tacchi a spillo sul pavimento. Si spostano ai lati della stanza.
La ragazza emette un gemito più deciso mentre alza lo sguardo verso la persona che riprende. Un sorriso deciso sulle labbra. A quattro zampe sul pavimento, abbassa di nuovo la testa, perdendosi in un nuovo gemito che non riesce a trattenere.
Il suono di una risata femminile, calda e sensuale. Il ritmo accelera. Al ragazzo manca poco. “Non ancora” Gli occhi sicuri della donna dietro l’obiettivo.
“Non ancora, non abbiamo finito…” Parole che svaniscono lentamente, dietro ad una porta chiusa a chiave.
Ci sono dei vantaggi nell’insegnare all’università, rispetto alle superiori. Molta più autonomia, gestione completa delle lezioni e poi, il palco. Centinaia di occhi interessati che ti fissano mentre tu sei lì a elargire quelle piccole nozioni, così banali per te, ma così essenziali per loro. Erina, soprannominata, Miss Red, è diventata professoressa della facoltà da poco più di un mese. Le sue lezioni, sempre così coinvolgenti, sono al centro di moltissimi dibattiti tra gli studenti. Un professoressa dai lunghi e folti capelli rossi, vestiti sempre un po’ troppo succinti e il suo immancabile rossetto rosso fuoco. A volte alcune studentesse si sentono intimorite da quel suo sguardo, mentre sonda l’aula per captare l’attenzione degli universitari. Eppure, c’è qualcosa in quello sguardo. Sembra quasi che la donna scruti uno ad uno gli studenti, come se cercasse qualcosa.
Erina ha trentotto anni. Si è laureata in psicologia e ha insegnato per diversi anni al liceo, prima di ottenere quella cattedra nella facoltà. Molti, in effetti, si chiedono ancora il perché di quel trasferimento così strano, a metà semestre. Un gesto inusuale, che ha smosso la curiosità dell’intera università. Vi è da dire, che sono bastate pochissime lezioni di Miss Erina, per far cessare qualsiasi chiacchierio su quel trasferimento, catalizzando l’attenzione di tutti verso ben altri fattori. Il corso, improvvisamente è diventato uno dei più seguiti, anche da studenti che ormai non avevano più bisogno di quelle lezioni. Miss Erina si dimostra sempre concentrata, severa, attenta. Un suo sguardo sembra penetrarti l’anima, quando quegli occhi verdi si concentrano nei tuoi. Eppure, finita la lezione, come sempre, ritira la propria borsa, tiene il portatile sul proprio petto ed esce, seguita dal mormorio degli studenti e il rumore dei tacchi sul pavimento di linoleum. Non si ferma per le domande, non parla con gli studenti dopo la lezione.
“Se volete fare domande, venite a ricevimento” Le parole che chiudono sempre le sue lezioni, poco prima di uscire dall’aula.
Il suo successo non é solo tra gli studenti, anche i professori stessi, i suoi colleghi, perfino il rettore dell’Università sembra del tutto ammaliato dal fascino di questa donna. Sembra quasi che lei abbia il potere di tenere chiunque nel palmo della propria mano, come una marionetta pronta ad eseguire qualsiasi suo volere.
Più di una volta é stata vista per i corridoi, mentre uno o l’altro insegnante si affrettavano ad aprire le porte per farla passare, portarle un caffé. Si vocifera perfino di un assistente visto a farle un massaggio ai piedi dentro al proprio ufficio! Sembra che qualsiasi cosa Erina desideri, le basti dirlo e improvvisamente quel desiderio viene esaudito.
Ovviamente non c’é magia dietro a questa sua fortuna. Erina é una donna potente, di successo, ricca e ben voluta da tutti. Quell’aura di fascino la rende semplicemente troppo desiderabile per provare a resisterle. Però lei non si concede. Almeno, questo é quello che sembra palese agli occhi di chiunque.
“Sam…Ora voglio che ti inginocchi e glielo succhi…Così….Bravissima… Sorridi alla telecamera tesoro…Sei la ragazza più sexy che abbia mai visto” Quelle parole, dette con aria sexy ed eccitata, mentre la figura pallida ed eterea di una giovane donna, si occupa dell’erezione di un ragazzo. Le sue labbra che accarezzano la sua asta. Il rumore della sua lingua che succhia con avidità mentre Erina ride e riprende. Qualche leggero ansimare del ragazzo, che é evidente non riesca più a resistere.
“Miss Erina…Non…Non ce la faccio…” La voce che gli si strozza in gola, mentre le mani affondano tra i capelli della ragazza, tirando il viso verso di sé, per venire dentro la sua bocca. Samantha, sente il seme caldo invadergli la gola e lancia uno sguardo preoccupato alla Miss, in cerca di approvazione. Erina le sorride, annuendo. E’ il segnale. Può fare ciò che si erano promesse.
Samantha è una studentessa del secondo anno. Diciannove anni, carina, timida, impacciata. La carnagione è talmente chiara da sembrare pallida, mentre i suoi capelli sono biondi, quasi color platino. Gli occhi chiarissimi, innocenti. Tenta sempre di non ritrovarsi al centro della situazione. Preferisce restare ai margini, non risaltare. Indossa sempre abiti scuri, anonimi e mai, mai avrebbe pensato di ritrovarsi a fissare quegli occhi smeraldo, così intensamente.
Miss Erina sembra essersi interessata a lei fin dal primo giorno che si sono viste. Dentro a quell’aula ci saranno stati almeno duecento studenti e Samantha se ne stava seduta al fondo dell’aula. In un angolo, come sempre. Miss Erina faceva sempre lezione sul palco, senza scendere. Quel giorno, invece, eccola. Scende dalla cattedra. Il rumore dei tacchi a spillo che passeggiano sul linoleum. Inizia a camminare per l’aula, salendo le scale dell’enorme scalinata, sorpassando le lunghe fila di banchi. Gli studenti la guardano passare, ma nessuno, nessuno osa girarsi troppo o fissarla troppo a lungo. Lei continua a spiegare, sorridendo e salendo le scale. Fino ad arrivare all’ultima fila, dove il suo sguardo si incrocia con quello di Samantha. In quelle due pozze verdi, le sembra quasi di perdercisi dentro. Solo il bianco dei denti di Miss Erin, la risvegliano da quella specie di ipnosi. Sbatte le ciglia più volte. L’intera aula sta fissando la professoressa e l’alunna che sembrano star comunicando telepaticamente, tanto è intenso quello sguardo. Erin ha l’aria soddisfatta di una pantera che ha appena trovato ciò che cercava, mentre Samantha, sembra proprio una preda.
Dopo quel primo scambio di sguardi, Samantha, Sam per gli amici, inizia a vedere Srina sempre più spesso. Non sono incontri programmati, almeno, non per Sam. Sembra piuttosto, che Erina compaia sempre dove si trova lei. Sempre per caso ovviamente, ma le due finiscono per abituarsi a pranzare insieme, viste tutte le volte che capitano negli stessi posti durante la pausa.
“E dimmi, come mai Psicologia? Tra tutte le facoltà?” Erina si dimostra sempre molto curiosa riguardo all’alunna. Le dà consigli, la segue, le spiega meglio le cose. Sembra quasi che il
suo sia un fare protettivo, quasi voglia prendersi cura di lei. Quelle attenzioni non passano inosservate agli occhi della ragazza, che non sa spiegarsele. Erina è una donna bellissima, sexy e sensuale, perché interessarsi a una poco degna di nota come lei?
“Mi piace scoprire come ragionano le persone. Ascoltarle…Capirle…” Sono a pranzo in uno dei bar proprio di fronte all’Università e lo sguardo della ragazza sembra quasi attratto in modo magnetico da un ragazzo, seduto qualche tavolino più in là.
“Capirle…Sapere cosa amano…” La voce si abbassa, divenendo quasi un sussurro. Erina segue il suo sguardo, curiosa, ma non sorprendendosi molto nel vedere che quegli occhi si sono piantati sulla figura di uno studente di qualche anno più grande.
“Ah…Cosa amano o cosa ama lui?” Una battutina ironica ma anche un po’ piccante, verso la studentessa. Vederla arrossire non la sorprende per nulla.
“E se io ti dicessi che posso aiutarti a scoprirlo? E a scoprire molte altre cose di lui?” I suoi occhi, di quel verde già così brillante, si accendono ancora di più. Come se dopo tanta caccia, avesse finalmente visto la propria preda fermarsi a bere ad una fonte.
Samantha rimane pietrificata per un lungo istante.
“Dice…Sul serio?” La voce di Samantha é tremante, quasi non crede alle proprie orecchie. Erina annuisce.
“Ti va di passare da me? Magari questa sera? Vorrei…” Dicendolo punta il dito indice verso il petto della ragazza “Mostrarti come potresti essere se solo volessi…” Quello sguardo così acceso non abbandona i suoi occhi nemmeno per un secondo e la professoressa guarda quella ragazza. Una tela bianca di fronte a sé. Basterebbe solo metterci i giusti colori sopra.
La casa di Erina è una vecchia villa, poco fuori città. Piuttosto dispersa tra gli alberi. Per arrivarci si passa lungo un viale e alla fine di questo, si deve attraversare un grosso cancello di ferro. La villa giace in uno stato di semiabbandono. Si vede che non è seguita da diversi anni nella manutenzione. Samantha arriva in auto, posteggiando di fronte all’ingresso. Il giardino ha l’erba alta, non curata. Ci sono dei rovi che salgono intorno alla recinzione e non si riesce nemmeno a capire quanto in effetti sia grande quel posto. Erina rabbrividisce appena, ma entra. E’ il tramonto e il sole scompare dietro le cime degli alberi.
Erina la accoglie con un sorriso. “Ciao! Vieni entra!”
L’interno della casa é molto curato, a differenza dell’esterno. Mobili in legno antico, tappeti, decorazioni. Tutto molto scuro, quasi tetro, ma un ambiente fine ed elegante, come la proprietaria. In effetti dentro quella casa si sente ovunque il profumo di quella donna. Le porte sono tutte chiuse, fatta eccezione per quella della sala e Sam si incammina dietro alla professoressa. Sui mobili ci sono delle foto. Si vede Erina con un uomo, più o meno sui cinquant’anni, curato, giovanile. Lei sembra molto felice in quelle foto. Il pensiero le nasce spontaneo.
“E’ suo marito?” Erina si blocca, prendendo una foto tra le mani. La cornice d’argento sembra ancora più lucida tra le sue unghie con lo smalto rosso.
“E’ un amico…Di tanto tempo fa…” Un sorriso malinconico sulle sue labbra a quelle parole. Posa la foto, girando la parte frontale, quasi a voler nascondere i due soggetti.
“Vieni, ti ho portato un regalo!” Ridacchia, mentre le fa spazio per entrare nel salone. C’é un divano dall’aspetto antico, un caminetto, tanti, troppi mobili e Sam si guarda intorno spaesata.
“Regalo?”
Erina annuisce, prendendo una scatola posata su un tavolo.
“Aprilo” Posa la scatola tra le braccia di Sam e la invita. Nei suoi occhi c’é la stessa luce di qualche ora prima, nel bar.
Sam apre la scatola bianca e al suo interno trova un completo nero, di pizzo.
Lo sguardo di Samantha parla da solo, non sa che farci con una cosa simile ed Erina scoppia a ridere osservandola.
“Ahahah Vai! Vallo a provare! Credo di aver azzeccato la taglia! Ma non si sa mai!”
Posa le mani sulla spalle di Sam e la spinge verso il bagno, chiudendo la porta dietro di lei. Ascolta un momento. Sente il respiro un po’ agitato della ragazza, il rumore dei vestiti che vengono tolti e torna in sala. Soddisfatta, si sente proprio una predatrice pronta a gustarsi il proprio pasto. Ovviamente manca qualcosa prima che questo possa avvenire.
Manca il fortunato prescelto.
Erina prende il telefono e compone il numero.
Samantha è chiusa in quel bagno da troppo tempo. Sta sudando freddo e per quando cerchi di capirci qualcosa, quel completo le sembra semplicemente troppo piccolo.
E’ composto da un bustino di pelle nera, che le copre appena il seno e la schiena, calze a rete, un perizoma e un paio di reggicalze. Quel colore, sulla sua pelle candida, la fanno sembrare decisamente allettante allo sguardo, ma lei continua a girarsi e rigirarsi davanti allo specchio, senza riuscire a trovare il coraggio di uscire. Sente dei passi, il rumore di tacchi fuori dalla porta.
“Metti questi” I passi che si allontanano. Apre leggermente e di fronte a sé, un paio di scarpe con il tacco. Lei è bassina, molto più bassa della Miss, ma con quei tacchi potrebbe arrivare alla sua altezza senza problemi. Li prende e li mette. Si guarda ancora un paio di volte allo specchio. Si piace, si sente sexy, ma terribilmente a disagio.
La mano sulla maniglia della porta. Non può stare lì dentro per sempre no?
Appena muove qualche passo nel corridoio, Erina le va in contro. La prende per le spalle, la gira un paio di volte, rimanendo senza parole.
“Wow! Sei fantastica! Sapevo che saresti stata perfetta così!” Le sorride entusiasta, sempre con quel tono caldo e rassicurante. Le poggia le mani sulle spalle, spingendola verso il salone. Sam non capisce. Perché tanta fretta? Il sangue gela nelle sue vene, quando vede, seduto su quel divano, lui.
“Eccola qui! Alex, che ne pensi?”
Sam impallidisce ancora di più e anche se il suo impulso é di scappare, le mani di Miss Erina la tengono saldamente ancorata in quel punto. Sente le labbra della professoressa avvicinarsi al suo orecchio
“Fidati di me…Prometto che non te ne pentirai” Sam la guarda con la coda dell’occhio, deglutendo e annuendo lentamente.
Alex, da parte sua, è un ragazzo dell’ultimo anno, ventitre anni. Non particolarmente brillante, né particolarmente bello. Anzi, in realtà sembra quasi un nerd, con tanto di occhiali tondi e capelli laccati. Ha gli occhi sgranati e si aggiusta gli occhiali sulla punta del naso, distogliendo subito lo sguardo dalla ragazza di fronte a sé.
“E’ molto…Carina Miss Erin. Aveva ragione…Forse avrei dovuto…Ascoltarla Maggiormente” Deglutisce, nervoso, mentre si sistema meglio sul divano, nascondendo un’erezione che si fa sentire, solo alla vista della ragazza.
“Sai Sam, lui é uno dei miei studenti dell’ultimo anno e stavamo parlando proprio della psicologia nella seduzione. Giusto Alex? Volevo…Proporre un test pratico!” Ridacchia la professoressa, osservandoli in silenzio per qualche secondo.
“Prego! Siediti Sam! Io torno subito! Vado solo a prendere una cosa” I passi della professoressa sono sempre calmi, calibrati alla perfezione e lancia uno sguardo veloce ai due ragazzi mentre va a prendere la videocamera nella camera da letto.
Sentire i passi veloci di Sam che la seguono non la sorprende minimamente e sorride, nel vederla comparire nella stanza pochi istanti dopo. La ragazza ha il fiato corto, le guance arrossate, il viso di chi é troppo imbarazzata per comprendere. Però dannazione se le sta bene quel completino.
Erina la guarda, sorride, non serve dire nulla no? Le basta uno sguardo per far capire tutto alla ragazza.
“Ma io non so che fare!” Il tono preoccupato, quasi sull’orlo delle lacrime.
“Tu devi soltanto fare ciò che io ti dico” La voce di Erina è sexy, mentre prende la videocamera in mano.
“Sarà molto più semplice di quel che pensi” Ridacchia. Quante volte si è trovata di fronte a quella scena. Certo…Prima era tutto diverso. Nella mente di Erina flash, di tutte le volte in cui si è trovata in quella situazione. Il viso di quell’uomo, lo stesso della fotografia di poco prima. Quasi un fantasma nella sua memoria.
“Ora vai da quel ragazzo e prenditelo Samantha” Il suo sguardo, infuocato e gelido al contempo. Samantha è invasa da quello sguardo, da quella voce. Non può fare altro, gira i tacchi, andando verso il salone, tornando da Alex.
Il ragazzo è ancora seduto su quel divano. La osserva, con gli occhi leggermente troppo sgranati, mentre lei si inginocchia di fronte a lui.
Le mani che accarezzano le gambe, salendo verso il cavallo dei pantaloni. Nemmeno si accorge della professoressa che entra nella stanza. Nemmeno sente il rumore della videocamera aperta e di come quella giri intorno a loro. Riesce solo a guardare gli occhi chiari di Sam e il modo dannatamente perfetto di come quel corpetto di pelle gli schiacci i seni proprio di fronte a sé, poco sotto il proprio sguardo.
Afferra un polso della ragazza, quasi per fermarla, ma lei non si ferma, mentre gli slaccia i jeans, mordendo il tessuto dei boxer, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi di lui.
Solo quando Alex chiude gli occhi, per respirare profondamente, per lasciarsi andare alla sensazione di quelle labbra sopra il proprio fallo, Sam guarda la professoressa, cercando un consenso in quegli occhi.
“Sei fantastica Samantha” Parole pronunciate dalla professoressa o dal ragazzo? Non riesce nemmeno a rendersene conto, tanta la confusione nella propria mente. Riesce solo a pensare a quel cazzo che ora sta entrando e uscendo dalla propria gola.
Le parole di Erina le sente distanti
“Non ancora. Resisti, non é ancora il momento” Però non ci bada. La sensazione di lui che gode per merito suo, il suo gusto, la pressione sulla lingua fin nella gola. Sentire quei gemiti, che non capisce nemmeno di chi siano. La mente sommersa da troppe emozioni, troppe sensazioni.
Sente una pulsazione del glande, proprio sulla propria lingua. Sente le mani di Alex che le afferrano i capelli e lui che tira ancora di più il viso verso di sé. Sente la propria bocca invasa
dal suo sperma. Uno sguardo alla professoressa. Così va bene vero? Quel sorriso compiaciuto di lei… Chiude gli occhi, ingoia tutto ciò che lui le sta dando. E’ fiera di me Miss Erina? Sono stata brava vero?
Parole non pronunciate, ma chiarissime nella sua mente.